Super Double Dragon è un picchiaduro a scorrimento laterale sviluppato da Technōs Japan e pubblicato nel 1992 esclusivamente per SNES. Essendo il quarto capitolo della serie, viene spesso chiamato semplicemente Double Dragon IV. Questo titolo rappresenta una significativa deviazione dai precedenti episodi della saga, introducendo meccaniche di combattimento più complesse e un approccio stilistico diverso rispetto ai classici arcade Double Dragon, Double Dragon II: The Revenge e Double Dragon III: The Sacred Stones.
La differenza più evidente rispetto ai capitoli precedenti è l'introduzione di un sistema di combattimento, probabilmente un po' ispirato a Street Fighter II. I fratelli Lee possono ora eseguire mosse speciali con combinazioni di comandi, inclusi attacchi ciclone, proiettili energetici e tecniche aeree che erano completamente assenti nei titoli precedenti. Questo sistema trasforma il gameplay da semplice picchiaduro arcade a un'esperienza più vicina ai fighting game, richiedendo memorizzazione delle combo e timing preciso piuttosto che la forza bruta che caratterizzava Final Fight o i primi Double Dragon.
Il sistema di controllo è stato completamente ridisegnato per sfruttare i sei tasti del controller SNES, permettendo attacchi deboli e forti distinti, oltre a prese e mosse speciali dedicate. Questa evoluzione segna un netto contrasto con i controlli essenziali dei precedenti episodi, dove un pulsante serviva per colpire e uno per saltare. La complessità aggiunta rende il gioco più accessibile ai giocatori esperti ma potenzialmente alienante per chi si aspettava la semplicità immediata di Streets of Rage o dei primi Double Dragon.
Visivamente, Super Double Dragon presenta una direzione artistica più colorata e cartoonesca rispetto al tono urbano e grintoso dei predecessori. Gli sprite sono più grandi e dettagliati, sfruttando le capacità superiori del SNES, ma perdono parte dell'atmosfera cupa che rendeva memorabili i primi episodi. L'animazione è fluida e le mosse speciali sono accompagnate da effetti visivi appariscenti che sottolineano l'allontanamento dalle radici arcade della serie.
Il level design abbandona la progressione lineare tipica di Vigilante o Renegade per introdurre sezioni platform e aree più aperte che richiedono esplorazione. Alcuni livelli presentano elementi puzzle e percorsi alternativi che spezzano il ritmo del combattimento, una scelta che divide l'esperienza tra momenti di azione pura e sequenze più cerebrali.
La colonna sonora, composta da Kazunaka Yamane, mantiene l'energia rock dei precedenti capitoli ma con arrangiamenti più orchestrali che sfruttano il chip audio del SNES. I temi principali sono memorabili e si integrano bene con l'azione, anche se mancano della grinta raw che caratterizzava le soundtrack arcade originali.
Super Double Dragon rappresenta un esperimento ambizioso che trasforma radicalmente la formula della serie, anticipando l'evoluzione del genere verso titoli più complessi come Guardian Heroes. Tuttavia, questa trasformazione comporta la perdita dell'immediatezza arcade che rendeva i primi episodi così accessibili e coinvolgenti. Il risultato è un gioco tecnicamente superiore ma che fatica a mantenere l'identità che aveva reso celebre la serie, creando un'esperienza che soddisfa come fighting game ma delude come autentico capitolo di Double Dragon.