I platformer cinematici rappresentano uno dei sottogeneri più distintivi e influenti degli anni '90, caratterizzati da animazioni fluide e realistiche, atmosfere cinematografiche e gameplay più vario rispetto ai tradizionali platform d'azione. Questo genere nacque dalla visione di sviluppatori che desideravano creare esperienze visivamente spettacolari.
Il genere iniziò con Prince of Persia (1989) di Jordan Mechner, che rivoluzionò l'animazione nei videogiochi attraverso la tecnica del rotoscoping, catturando movimenti umani per creare le animazioni più fluide e realistiche mai viste fino ad allora. Il gioco stabilì i pilastri del genere: movimenti precisi, puzzle ambientali e una forte enfasi sull'atmosfera.
Another World (1991) di Eric Chahi espanse ulteriormente il concetto, introducendo sequenze cinematografiche integrate e una narrativa visiva senza dialoghi che influenzò profondamente l'industria. Flashback: The Quest for Identity nel 1993 perfezionò la formula con grafica ancora più dettagliata e meccaniche di gioco più raffinate.
Nel 1993 Prince of Persia 2: The Shadow & The Flame continuò l'eredità del capostipite con ambientazioni più varie e grafica aggiornata, mentre Blackthorne (1994) di Blizzard portò elementi action più aggressivi nel genere, pur mantenendo le caratteristiche animazioni fluide.
Questi titoli definirono un approccio al game design che privilegiava la qualità dell'animazione e l'immersione atmosferica rispetto alla velocità pura, creando esperienze uniche che rimangono influenti ancora oggi.