Dragon Power è un classico gioco per NES rilasciato da Bandai nel 1986 e sviluppato da Tose. Originariamente basato sul manga e sull'anime giapponese Dragon Ball, il gioco subì notevoli modifiche durante la localizzazione per il mercato nordamericano, dando vita a un'esperienza unica e in qualche modo stravagante.
Il gioco segue le avventure di un giovane ragazzo e dei suoi amici alla ricerca delle sfere mistiche, ribattezzate "Crystal Balls" in questa versione. Le modifiche apportate durante la localizzazione includono anche la ridenominazione dei personaggi e l'alterazione di alcuni elementi visivi, il che può rendere la trama un po' confusa per chi conosce la serie originale.
Dal punto di vista del gameplay, Dragon Power è un jRPG con visuale dall'alto. I giocatori devono attraversare vari livelli, combattere contro nemici e raccogliere oggetti. Il sistema di combattimento è semplice, con l'eroe che utilizza il suo "Power Pole" (Bastone magico) per sconfiggere gli avversari. Tuttavia, il gioco incoraggia a evitare il combattimento quando possibile, poiché i nemici possono essere piuttosto impegnativi.
Per quanto riguarda la grafica, i personaggi e gli ambienti sono colorati e vari, anche se non particolarmente dettagliati. Il comparto sonoro include musiche orecchiabili, ma ripetitive, e effetti sonori abbastanza semplici (ma d'altro canto stiamo parlando di un gioco per NES) che completano l'esperienza di gioco.
Una delle principali critiche mosse a Dragon Power riguarda la storia e i dialoghi, spesso innaturali, a volte un po' ridicoli, compromettendo l'esperienza complessiva. Senza contare un livello di difficoltà piuttosto impegnativo, in particolar modo per quanto riguarda i combattimenti e il design dei livelli. Ma alla fine parliamo degli anni 80 quindi non è così strano.
La localizzazione di Dragon Power dalla sua versione giapponese originale, Dragon Ball: Shenron no Nazo, portò numerosi cambiamenti per rendere il gioco più adatto al mercato nordamericano. Goku rimase Goku, ma il suo aspetto venne modificato per farlo sembrare più simile a una scimmia con una fascia sulla testa. Bulma fu ribattezzata Nora. Il Maestro Muten divenne Hermit, e la sua natura perversa fu trasformata in un amore per i panini. Yamcha divenne Lancer, e così via. Come già menzionato, le Sfere del Drago furono rinominate Crystal Balls. Anche la copertina del gioco è completamente slegata dalla serie originale, ricordando più Karateka o Kung-Fu: The Way of the Exploding Fist. Inoltre, una sezione intera del gameplay, in particolare il Torneo Mondiale di Arti Marziali, è rimossa, riducendo il gioco da 14 capitoli a 10.
Chiaramente, a quell'epoca, la serie non era popolare negli Stati Uniti o in Europa, e fu infelicemente deciso di cambiare il gioco per renderlo più appetibile (ehm) al mercato americano. Inutile dire che il risultato fu l'opposto. Nonostante ciò, per i fan di Dragon Ball che vogliono provre ogni gioco della serie, questo è il punto da cui partire.