The Settlers III è il terzo capitolo della famosa serie di strategici in tempo reale creati dalla Blue Byte. Uscito nel 1998 per Windows, rappresenta uno dei capitoli più amati e maturi della celebre serie di strategia gestionale tedesca. Il gioco fu progettato da Volker Wertich, figura centrale nello sviluppo dell’identità della serie fin dalle sue origini. Prima di ideare The Settlers, Wertich si era già fatto notare con Emerald Mine, un puzzle-game per Amiga che riscosse un buon successo negli anni '80. Con The Settlers, invece, volle creare qualcosa di completamente diverso: un gioco di strategia che mescolasse logistica, economia e costruzione in tempo reale, con un'attenzione particolare al micromanagement e all'interazione tra le singole unità.
Dopo il successo del primo The Settlers del 1993, Volker Wertich non lavorò a The Settlers II, uscito nel 1996. La decisione fu legata alla sua volontà di esplorare nuove idee: secondo interviste rilasciate all’epoca, Wertich riteneva che il secondo capitolo fosse troppo simile al primo e desiderava introdurre cambiamenti più radicali. Per questo motivo non partecipò a The Settlers II, ma tornò in grande stile per progettare The Settlers III, con l’intento di rivoluzionare la serie.
Il gameplay di questo terzo capitolo riprende le fondamenta dei titoli precedenti: si tratta di costruire una civiltà partendo da poche risorse e colonizzando una mappa. Il cuore del gioco è la rete logistica: ogni risorsa deve essere estratta, lavorata, trasportata e trasformata da una catena di edifici e lavoratori specializzati. A differenza dei tipici strategici in tempo reale, qui il combattimento è solo una parte dell’esperienza, mentre la gestione dell’economia e dell’efficienza degli insediamenti resta centrale.
Ma è proprio qui che The Settlers III introduce novità significative. In primo luogo, l’interfaccia è stata completamente ripensata, molto più moderna e funzionale. Le unità ora si muovono in tempo reale senza più bisogno di strade obbligatorie, rendendo il flusso di gioco più snello. Inoltre, l’uso del divino entra in gioco: ogni civiltà può invocare miracoli attraverso i templi, aggiungendo un nuovo livello strategico. Il sistema militare è stato affinato, con soldati che consumano risorse alimentari e armi costruite nelle fucine, collegando direttamente la produzione bellica all’economia.
Il gioco presenta tre campagne principali, ognuna centrata su una delle tre civiltà giocabili: i Romani, gli Egizi e gli Asiatici (ispirati alla cultura giapponese e cinese). Ogni civiltà ha un proprio stile architettonico, abilità divine differenti e un'economia leggermente diversificata. Le campagne sono ambientate in mondi tematici che richiamano le rispettive mitologie e offrono una serie di missioni ben costruite, con obiettivi vari che alternano espansione economica, guerra e gestione tattica. Inoltre, le campagne sono collegate da una trama umoristica che ruota attorno agli dei delle tre civiltà, delusi dai propri seguaci e intenzionati a dimostrare quale popolo meriti davvero la loro attenzione.
The Settlers III fu accolto molto positivamente dalla critica. Le riviste dell’epoca lodarono in particolare la profondità del gameplay, la grafica colorata e dettagliata, e l’interfaccia migliorata. Il gioco fu anche un successo commerciale, specialmente in Germania e nel resto d’Europa, dove la serie aveva un seguito molto forte. La modalità multigiocatore fu un ulteriore punto di forza, permettendo sfide via LAN o Internet con meccaniche ben bilanciate.
Con The Settlers III, Volker Wertich riuscì a realizzare la sua visione di un gestionale strategico raffinato e accessibile, rinnovando profondamente la formula originale senza tradirne lo spirito. Ancora oggi è considerato uno dei punti più alti della serie.