Captain Blood è un gioco di avventura spaziale creato da ERE Informatique inizialmente per Atari ST e pubblicato nel 1988. In seguito fu portato anche su Amiga, Amstrad CPC, Apple IIgs, Commodore 64, MS-DOS, e molte altre piattaforme.
Questo originale titolo ideato da Philippe Ulrich e Didier Bouchon vi mette nei panni di un game designer che finisce nel suo stesso gioco, clonandosi per 30 volte. Ogni clone, ognuno dei quali porta con sé una parte di essenza vitale del protagonista, è finito in un pianeta diverso della galassia. Il nostro eroe dovrà trovare gli ultimi 5 cloni rimasti, prima che la sua salute si deteriori irrimediabilmente fino alla morte.
Il cuore del gioco è l'esplorazione dei vari pianeti della galassia (ce ne sono ben 32mila) e la comunicazione con le razze aliene che vi daranno indizi su come andare avanti. La parte più interessante è proprio la comunicazione, perché ogni specie aliena parla la propria lingua, e per interagire dovrete usare un'interfaccia ad icone chiamata UPCOM. L'interfaccia prevede ben 150 simboli e le combinazioni sono diverse per ogni razza aliena, quindi non sarà facile imparare i diversi linguaggi (a meno che ovviamente non vi scarichiate un tutorial).
Captain Blood è un gioco veramente originale, avanti per i suoi tempi, con una grafica che regge tranquillamente il confronto con titoli più recenti. Le recensioni all'epoca del suo rilascio furono positive ma non eccezionali, forse perché è un'avventura che richiede un po' di tempo per essere apprezzata, ed effettivamente il rischio di girare a caso per i numerosi pianeti senza combinare niente è sempre presente. Ma il fascino di questo titoli fantacientifico è innegabile. Non a caso ancora oggi esiste una folta schiera di fan. Peccato che il tentativo di un remake chiamato Captain Blood Legacy non sia mai stato completato.