The Simpsons: Bart vs. the World è un platformer del 1991 sviluppato da Imagineering e pubblicato da Acclaim, originariamente per NES. Il gioco segue il successo commerciale di Bart vs the Space Mutants e prova ad ampliare la formula proponendo un’avventura in giro per il mondo con protagonista Bart Simpson. La storia si basa su un concorso truccato da Mr. Burns, in cui Bart vince un viaggio globale sponsorizzato da Krusty il Clown, durante il quale dovrà affrontare vari membri della famiglia Burns travestiti.
Su NES, il gameplay è quello classico di un platform a scorrimento laterale, con alcuni minigiochi e semplici elementi puzzle. Bart esplora luoghi come la Cina, l’Egitto e il Polo Nord, evitando nemici, saltando ostacoli e raccogliendo oggetti come le teste di Krusty e le carte trivia legate all’universo dei Simpson. I controlli sono però spesso ricordati per la loro imprecisione: i salti sono lenti, la rilevazione delle collisioni è poco affidabile, e il progresso nel gioco diventa presto frustrante. Graficamente, la versione NES è colorata ma soffre di fondali ripetitivi e animazioni poco fluide.
La versione per Master System è simile nel design ma presenta una grafica leggermente più nitida e uno scrolling più fluido, sfruttando meglio l’hardware. Le differenze non sono drastiche, ma l’esperienza è tecnicamente migliore rispetto al NES.
Più interessante è la versione Amiga, che gode di una palette cromatica più ricca, sprite più dettagliati e fondali più curati. Anche se la struttura e il design dei livelli restano invariati, la qualità visiva superiore rende l’esperienza più gradevole. Tuttavia, i problemi di fondo – controlli imprecisi e design poco ispirato – non si possono considerare perfettamente risolti.
Nel complesso, Bart vs. the World è un passo avanti rispetto al capitolo precedente per varietà e ambientazioni, ma non riesce a catturare appieno l’umorismo e il carisma della serie. I fan apprezzeranno la presenza dei personaggi e i trivia, ma il gameplay non eccezionale e i controlli poco reattivi lo rendono un titolo di medio livello, rappresentativo di un’epoca in cui ogni grande franchise veniva adattato in videogioco, a volte con risultati altalenanti.